Quel confine…quel confine che separa l’incostante presenza da una probabile ed eterna assenza è impercettibile e pur imprevedibile, reale, tangibile, faticosamente doloroso. Quando lo si è schivato è come aver oltrepassato la sconosciuta muraglia cinese. E si riparte a scalare con sano affanno e amorevole tenacia l’incognito della vita e dei suoi giorni che verranno.
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