[...] Come sarebbe stata la storia di Marilyn, invece di avere quella straordinaria bellezza che la rese celebre per il cinema, fosse stata una donna dall' aspetto comune? Avrebbe pubblicato in vita quello che noi leggiamo ora e probabilmente si sarebbe suicidata come si è suicidata Silvia Plath. E forse si sarebbe detto che come Silvia Plath si era suicidata perchè era troppo sensibile e troppo intelligente, e le persone troppo sensibili tendenzialmente si suicidano ( questo lo sostengono gli psichiatri e le statistiche). Se le persone scarsamente sensibili e intelligenti tendono a far del male agli altri, le persone troppo sensibili e troppo intelligenti tendono a fare del male a se stesse: chi è troppo sensibile e intelligente conosce i rischi che comporta la complessità di ciò che la vita sceglie per noi o ci consente di scegliere, è consapevole della pluralità di cui siamo fatti non solo con una natura doppia, ma tripla, quadrupla, con le mille ipotesi dell'esistenza.
Questo è il grande problema di coloro che sentono troppo e capiscono troppo: che potremmo essere tante cose, ma la vita è una sola e ci obbliga a essere solo una cosa, quella che gli altri pensano che noi siamo[...]
cit. - "La polvere della farfalla" di Antonio Tabucchi, prefazione di Marilyn Monroe Fragments, Feltrinelli.
domenica 31 ottobre 2010
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